• 25 April 2024


Salvini si allontana dal Viminale ma vuole un nuovo ministero (della Famiglia)
Agli Interni però sono sempre in corsa nomi del Carroccio. Per il leader della Lega si apre l’ipotesi delle Infrastrutture

Il futuro Governo Meloni è alla ricerca della quadra sui nomi.

Il Viminale resta un nodo da risolvere nel totoministri.
E la Lega, che puntava i piedi col nome di Matteo Salvini sembra voler fare un passo di lato. Ovviamente non gratuitamente.

La novità è la nascita di un nuovo ministero, quello sulla Famiglia. Giorgia Meloni ha comunque sul tavolo sempre dei nomi del Carroccio per la casella degli Interni: avanzano quelli del prefetto Matteo Piantedosi e Giulia Bongiorno.
Sul Viminale ci sarebbe la moral suasion del Quirinale che non vorrebbe segretari di partito in quel ministero.

Viminale: è corsa a due – Matteo Salvini avrebbe dunque fatto un passo di lato stando alle ultime indiscrezioni.

Al Viminale, ministero chiesto fortemente dalla Lega, sono due i nomi che circolano con più insistenza. Quello dell’avvocato Giulia Bongiorno, ex ministro della Pubblica Amministrazione nel governo giallo-verde, e quello del prefetto Matteo Piantedosi, l’ex capo di gabinetto di Matteo Salvini quando era il leader della Lega ad occupare la poltrona di ministro.

Il ministro della Famiglia e Natalità – Spunta un nuovo ministero, quello della Famiglia e della Natalità che è stato “lanciato” dalla Lega e che potrebbe diventare la moneta di scambio nella questione Viminale.

Vicepremier e presidenti delle Camere – Per Montecitorio resta in corsa l’attuale ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Sembra però che il Carroccio abbia più a cuore la presidenza di Palazzo Madama, dove vorrebbe Roberto Calderoli, mentre FdI insiste per La Russa.
Come vicepremier Berlusconi punta su Antonio Tajani.
In alternativa Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli.

Sottosegreteria alla Presidenza del Consiglio – Circola il nome di un fedelissimo della leader di FdI, Giovanbattista Fazzolari, ma in corsa ci sarebbe anche il fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto.
Nel ruolo del segretario generale della Presidenza del Consiglio invece Meloni vedrebbe bene Carlo Deodato, consigliere di Stato, attuale capo del dipartimento Affari giuridici di Palazzo Chigi.

Ministero dell’Economia – Sfuma la candidatura di Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, secondo quanto ha dichiarato a Bloomberg una fonte riservata.
Lo rivela una “persona informata”, secondo cui lo stesso Panetta lo avrebbe rivelato in un colloquio privato alla riunione dei ministri delle Finanze dell’area euro, martedì in Lussemburgo. In corsa ci sarebbe invece Domenico Siniscalco, che ha già ricoperto la carica nel secondo e terzo governo Berlusconi e che è stato anche direttore generale del Tesoro: oggi è a capo della filiale italiana di Morgan Stanley.
Nuovi nomi per questo dicastero arrivati dopo diversi no sono quelli di Luigi Buttiglione (ex dirigente di Banca d’Italia e Bce) e quello di Dario Scannapieco, attuale amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti (molto vicino a Draghi).

Ministero della Salute – Anche qui siamo al fotofinish, stando ai soliti bene informati. Tre i nomi che circolano con frequenza e anche in questo caso si tratterebbe di “tecnici”. Guido Rasi, ex direttore dell’Ema (e consulente del generale Figliuolo) e Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, sono quelli più accreditati. Ma anche il professor Rocco Bellantone, primario del Gemelli di Roma, è tra i papabili. Resta il nodo Forza Italia che chiede un posto al governo per Licia Ronzulli (o Alberto Zangrillo) la quale gradirebbe quello appunto della sanità.

Cingolani e Colao – Due attuali ministri del governo Draghi potrebbero restare in sella. Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ultimamente è sembrato molto in sintonia con Giorgia Meloni. Ma anche Vittorio Colao, ministro della Transizione Digitale, potrebbe proseguire il proprio lavoro, andando ad allargare quella platea di “competenti” di cui Meloni ha sempre parlato nella scelta dei ministri.

Ministero della Difesa – In questa casella potrebbe entrare Antonio Tajani se non gli venisse concessa la Farnesina. O il Viminale. Ma prende sempre più quota il nome di Adolfo Urso, esponente di Fratelli d’Italia e attuale presidente del Copasir.

Ministero della Transizione ecologica – Circola il nome dell’ex sottosegretario, Vannia Gava. Ma in queste ore il dialogo tra Meloni e l’attuale ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è costante. L’opzione di mantenerlo nel prossimo esecutivo stride però con la promessa della leader di rinnovare del tutto il Consiglio dei ministri. A meno che non si decida di smembrare il dicastero, lasciando a Cingolani soltanto la delega sull’energia.

Ministero della Giustizia – Matteo Salvini punta a dare l’incarico a Giulia Bongiorno, ma per un posto così delicato serve il via libera del Quirinale. In corsa c’è anche Carlo Nordio, il magistrato appena eletto con FdI. La Bongiorno potrebbe finire alla Pubblica amministrazione, incarico che ha già ricoperto nel governo gialloverde. Si fa anche il nome del centrista Maurizio Lupi.

Ministero dell’Istruzione – Per il momento circolano pochi nomi, ritorna quello del braccio destro di Berlusconi Licia Ronzulli, che potrebbe ottenere l’incarico nel caso in cui non riuscisse ad occuparsi della Salute. Si pensa anche a Giuseppe Valditara, professore ordinario di Diritto privato e pubblico romano nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino.

Ministero dello Sviluppo economico – Per questa casella c’è l’ipotesi di Matteo Salvini. Restano forti le candidature dei due esponenti di Fratelli d’Italia Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida.

Ministero dei Rapporti con il Parlamento – Si fa il nome di Maurizio Lupi, sul quale ci sarebbe l’appoggio di Giorgia Meloni. Altro profilo è quello del democristiano Gianfranco Rotondi.

Ministero di Trasporti e infrastrutture – Sembra che in pole position ci sia il leghista Edoardo Rixi, ex vice di Toninelli. In corsa ci sarebbero però anche Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, che ha seguito da vicino la questione ex Alitalia e Alessandro Cattaneo, Forza Italia, ex sindaco di Pavia. Ma la poltrona dei lavori pubblici potrebbe alla fine essere riservata a Matteo Salvini.

Ministero delle Riforme – Matteo Salvini compare anche come candidato a questo dicastero. In alternativa l’incarico potrebbe essere affidato a Marcello Pera (FdI). E’ la Lega però che spinge di più per avere questo dicastero: vorrebbe in questa casella Marta Bizzotto o Erika Stefani

Ministero dell’Agricoltura – L’incarico potrebbe interessare a Matteo Salvini (in combo con la poltrona di vicepremier), ma si parla anche di un altro leghista, Gian Marco Centinaio.

Ministero del Welfare – Era circolato il nome di Luca Ricolfi, uno dei tecnici invitati da Meloni alla conferenza programmatica del partito, ma è stato lui stesso a smentire la notizia. “Non avrei e non ho alcuna preclusione ideologica, anche per la mia grandissima stima per Giorgia Meloni che dura da otto anni. Semplicemente non è il mio mestiere. Io faccio lo studioso. Fine del discorso”, ha affermato.

Ministero delle Politiche europee – Per questo ruolo il nome che gira è quello di Raffaele Fitto, co-presidente dei Conservatori europei.

Ministero della Cultura – Se il ministro sarà politico la scelta è tra Fabio Rampelli e Anna Maria Bernini. Si fanno anche i nomi dell’ex consigliere di amministrazione della Rai Giampaolo Rossi e quello di Gennaro Sangiuliano.

Ministero della Famiglia – Potrebbero aprirsi le porte per Licia Ronzulli, ma sembra che nel settore crescano le quotazioni per Lavinia Mennuni e Maria Teresa Bellucci, gradite a Meloni.

Ministero del Mare – Spunta anche l’ipotesi di istituire un nuovo ministero, a cui potrebbe andare l’ex amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono o all’ex presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Sullo sfondo anche Daniela Santachè.

Ministro della Pari opportunità – Eugenia Roccella, già azzurra, oggi eletta con FdI, potrebbe coprire quella casella.

Ministro degli Affari regionali – Questa casella vorrebbe occuparla la Lega per spingere sull’autonomia. Si pensa a Erika Stefani.

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