Bambina precipitata dal balcone, chiesto l’ergastolo per il patrigno

Bambina precipitata dal balcone, chiesto l’ergastolo per il patrigno: “Aznar ha lanciato la piccola per punire la sua compagna”
Il dramma nel gennaio del 2022 in via Milano 18: secondo i pm l’uomo era ubriaco, alterato e drogato

«Mohssine Aznar? Un mostro che lanciato la piccola Fatima dal quinto piano per una vendetta trasversale. Voleva punire la sua compagna, mamma della piccola, perché si lamentava che fosse drogato e il mattino stesso era stato condannato a 8 mesi di carcere in tribunale. Per questo va condannato all’ergastolo».

Così è iniziata stamattina, in corte d’Assise la requisitoria della pm Valentina Sellaroli nel processo per la morte della piccola Fatima, uccisa a 3 anni, lanciata dal balcone di casa di un alloggio di via Milano 18, secondo i pm da un uomo ubriaco, alterato e drogato nel gennaio del 2022. «La piccola era già scampata alla morte all’età di un anno – ha raccontato là magistrato- quando il padre naturale (altro uomo rispetto all’imputato) che aveva già maltrattato la mamma della piccola, aveva preso in braccio Fatima e si era cosparso di alcool minacciando di darsi fuoco».

Prima della requisitoria, in aula è stato sentito un uomo presente in casa di Mohssine al momento dei fatti. Negli interrogatori resi alla procura il 18 gennaio 2022 aveva detto che stava dormendo e che era stata svegliato da due uomini che avevano assistito ai fatti: «Uno di loro disse che la piccola era scivolata dalle mani del papà, lo aveva corretto dicendo che Mohssine l’aveva lanciata». Oggi ha cambiato radicalmente versione dei fatti. Il pm ha chiesto alla Corte di trasmettere gli atti alla procura per falsa testimonianza.

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