• 3 May 2024

L’errore al “Papa Giovanni” scoperto dopo poche ore.La donna è stata avvisata telefonicamente dal reparto in serata. La struttura rammaricata: “Fatto eccezionale, mai verificatosi prima”
Rientrano a casa con i loro gemellini, un maschio e una femmina, per trascorrere la prima notte tutti insieme, ma poco dopo una telefonata trasforma l’idillio in un incubo: “Quella bimba non è la vostra, c’è stato un errore”. E’ quanto accaduto a una coppia di genitori della Bergamasca: la loro piccola, nata al “Papa Giovanni XXIII” quattro giorni prima, è stata scambiata, probabilmente già in culla, con un’altra neonata.
Ora i genitori sono sotto shock: “Speriamo che incidenti simili non capitino più”.
I fatti risalgono a martedì sera. Gli operatori sanitari del reparto chiamano e chiedono ai genitori di controllare il braccialettino che uno dei due neonati – la bimba – aveva indosso alle dimissioni, avvenute quello stesso pomeriggio. E quel braccialettino, già tagliato e conservato per ricordo, ha nome e cognome di un’altra bambina, nata nello stesso ospedale più o meno alla stessa ora.
E in quel momento, la mamma realizza. “Mi sono ricordata di quando avevo espresso dubbi – racconta all’Eco di Bergamo – di quando mi ero stranita nel vedere capelli e ciglia scure.
La mia bimba appena nata aveva colori chiari, come i miei. Ma quella che ho accudito sin dal giorno dopo il parto, invece, era mora. Non era lei”. “Siamo volati al Papa Giovanni martedì notte – ricorda – e lì abbiamo incrociato la mamma che, al posto nostro, aveva accudito per giorni la nostra bimba mentre noi cullavamo la sua”.
Una “svista” imperdonabile, che ha subito portato la struttura a esprimere profondo rammarico per l’accaduto: “L’errore – spiega l’ospedale in una nota – è stato favorito dal fatto che le bambine sono nate a poche ore di distanza, con peso sovrapponibile e una storia clinica molto simile.”
“Si è trattato di una situazione eccezionale, mai verificatasi in precedenza – prosegue la nota – nel nostro punto nascita dove vengono alla luce più di 4mila bambini ogni anno, generata – presumibilmente – dal mancato rispetto della procedura in essere, che prevede la verifica dei braccialetti identificativi della coppia mamma/neonato al momento dell’arrivo del bambino nella stanza di degenza della mamma dopo essere transitato dal Nido”. Per fare luce sull’accaduto e accertare le responsabilità è stata istituita una commissione interna alla struttura

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