Aumento spese militari, Conte non arretra e Draghi avverte: “Così cade il patto di maggioranza”
Dl Ucraina mette il governo in difficoltà Il governo ha accolto l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che impegna l’esecutivo a raggiungere la soglia del 2% sulle spese militari senza richiesta di voto
Il presidente del Consiglio ha informato il Presidente della Repubblica sui temi legati alle spese militari e sulle posizioni all’interno della maggioranza riguardo a queste decisioni
Il governo pone il primo mattone per l’innalzamento al 2% del Pil delle spese militari, e lo fa accogliendo in commissione Esteri e Difesa del Senato l’ordine del giorno al Dl Ucraina già preannunciato da Fratelli d’Italia dopo che l’aumento della spesa, stabilita nel 2014 in ambito Nato, era stata sollecitata direttamente dal segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg nelle scorse settimane.
La maggioranza è divisa e ha “fatto una bella baraonda oggi in commissione. Sono stati M5s e Leu a chiedere che si votasse il nostro ordine del giorno”. Questo il racconto di Isabella Rauti e Luca Ciriani, Fdi, al termine della seduta delle commissioni congiunte Esteri e Difesa.
“Il nostro ordine del giorno è stato accolto dal governo senza riformulazione quindi non abbiamo insistito sul voto – racconta la senatrice Rauti – il nostro obiettivo era raggiunto a conferma del fatto che non era un dispetto per mettere in difficoltà la maggioranza. La richiesta di voto è venuta però da parte di esponenti della maggioranza: Cinque stelle e Leu”.
“Ora fa parte integrante del testo quindi vedremo cosa faranno i cinque stelle in Aula” ha aggiunto Ciriani secondo il quale sarà “inevitabile la fiducia viste le divisioni nella maggioranza”. Il decreto legge dovrebbe arrivare in Aula a Palazzo Madama il prossimo giovedì.
“Il due per cento del Pil per la difesa – ha ricordato Rauti – è un obiettivo sottoscritto dalla Nato che è stato ribadito nel 2014 nel vertice Galles ma nella cifra ci sono la riqualificazione delle caserme, equipaggiamenti, risorse per le forze armate. Non tutti i paesi europei l’hanno raggiunto ma nel 2020 l’Italia 102 esima per spese sulla difesa”.
L’incontro tra Draghi e Conte
Dopo l’incontro con il premier, il presidente M5s Giuseppe Conte ha detto che con Mario Draghi ci sono “valutazioni diverse” sull’ordine del giorno nel quale è contenuto l’aumento della spesa militare. “In commissione al Senato c’era un odg che evocava questo impegno. M5s ha chiesto di votarlo”, ma non è stato fatto. “Ora i lavori della commissione si sono aggiornati” ha detto Conte, aggiungendo che “non metto in discussione l’accordo né che il governo lo faccia con la Nato”.
Rispondendo a chi gli domandava se nel Def verrà inserito l’aumento delle spese militari Conte ha risposto che “nel Def ragionevolmente non ci sarà scritto qualcosa del genere, ma questo non toglie che è una prospettiva che dobbiamo affrontare. Il problema può essere procrastinato ma dobbiamo affrontarlo dal punto di vista politico”.
Il Governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Questo è quanto avrebbe detto il premier Mario Draghi durante l’incontro con Conte. “Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell’Europa. Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza“, il commento che filtra da Palazzo Chigi.