• 1 May 2024

Qualche contestazione in vista dell’arrivo della Premier era stata annunciata nei giorni scorsi, stamane sul posto uno sparuto gruppetto di manifestanti

E’ il giorno del ritorno di Giorgia Meloni e Ursula Von Der Leyen in Emilia Romagna, che già erano state nei territori colpiti dall’alluvione del maggio scorso .

La premier italiana e la presidente della Commissione Ue saranno oggi pomeriggio, mercoledì 17 gennaio, a Forlì per la concessione di 1,2 miliardi di euro dal Pnrr, sotto forma di fondi aggiuntivi, per interventi e investimenti post-alluvione.

Meloni a Bologna per l’accordo sui Fsc

Prima della tappa romagnola però il Presidente Meloni sarà a Bologna, nella sede della Regione , per incontrare il presidente Stefano Bonaccini e siglare l’accordo sui Fondi di coesione europei (Fsc) per circa 600 milioni di euro, alla presenza del ministro Raffaele Fitto.

“Sarà una bella giornata per l’Emilia-Romagna, le Istituzioni dovranno dimostrare di saper lavorare insieme”, ha commentato nelle scorse ore Bonaccini . Lo sblocco dei 600 milioni di euro dagli Fsc, spiega il presidente, sono “molto importanti per il nostro territorio”, perchè serviranno a “fare investimenti per diverse opere, in un momento in cui l’andamento dell’economia non è particolarmente felice “. Allo stesso modo, aggiunge Bonaccini, gli 1,2 miliardi di euro per il post-alluvione sono “benedetti”. Ma, avverte, “sono per investimenti, lo chiariamo ai cittadini. Non sono disponibili per il rimborso dei danni a famiglie e imprese”.

Ad oggi per il Governatore “mancano due cose- rileva Bonaccini- non è ancora possibile il rimborso dei beni mobili” danneggiati dall’acqua e “manca personale”. Grazie a un provvedimento del commissario Figliuolo, ai Comuni sono destinate 216 persone in più. “Ma il problema è lo strumento- avverte se si va allo scorrimento delle graduatorie, temo che non si presenti nessuno”. In base al Pnrr, le opere vanno concluse e rendicontate entro il 2026. E in particolare i piccoli Comuni “non hanno personale tecnico o amministrativo sufficiente per fare centinaia di cantieri”. Nel complesso, degli 8,5 miliardi di euro di danni subiti a causa dell’alluvione, ad oggi “ce n’è stata consegnata meno della metà- ci tiene a ricordare Bonaccini- ma voglio sperare che la promessa del Governo del 100% dei risarcimenti sarà mantenuta. E comunque noi non ci sposteremo di un millimetro finchè non verrà rimborsato tutto. Se siamo la locomotiva del Paese, e la locomotiva si ferma, si ferma il Paese”.

L’andamento del Paese preoccupa Bonaccini

“Ho visto il dato della produzione industriale italiana, pari al -3%. Per un paese che è tra i maggiori esportatori del mondo e tra le prime manifatture globali, non è mica un gran bel segnale. Tenendo conto, fra l’altro, che il dato della crescita sarà inferiore a quello che il Governo ha indicato nel Documento di programmazione economico-finanziario. C’è chi dice che sarà inferiore addirittura della metà”. Così il Governatore ieri parlando dal salone internazionale della Marca del distributore. “Questo paese ha bisogno di vedere le sue istituzioni unite, fuori dalle dispute politiche e geografiche. Abbiamo bisogno di reggere la competizione nel mondo, nonostante tutto quello che sta accadendo a livello internazionale”.

“Siamo la regione- continua il governatore – prima per export pro capite in Italia, molto industrializzata e manifatturiera. Abbiamo il dovere, quindi, di aumentare la quota di investimenti. Per questo sarà molto importante la firma sui fondi di sviluppo e coesione, che significa una dotazione di poco meno di 600 milioni di euro. Per come siamo fatti noi, li metteremo velocemente a disposizione dei territori, per infrastrutture, bandi per gli impianti sportivi e bandi culturali, rigenerazione urbana, ambiente e green. Sono preoccupato per i prossimi anni, quindi, per l’andamento economico del paese: abbiamo il dovere di accompagnarlo con gli investimenti”. Insiste Bonaccini: “Quando un paese cresce poco, mi hanno sempre insegnato, occorre mettere qualcosa in più di investimenti, proprio per tenere in moto l’orologio dell’economia”.

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