• 29 April 2024


Uno studio sugli effetti del fumo passivo prodotto dalle sigarette che riscaldano il tabacco senza bruciarlo rivela che lo stress ossidativo è lo stesso di quello prodotto dall’esposizione al fumo

Il fumo passivo è considerato un fattore dannoso per la salute dei non fumatori, soprattutto bambini. Un concetto ben noto, ma fino a oggi rimasto legato solo alle sigarette ‘tradizionali’. Ora una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica ‘Environmental Pollution’ ha evidenziato come anche le sigarette ‘heat-not-burn” (Hnbc), quelle che riscaldano il tabacco senza bruciarlo, potrebbero influenzare negativamente la salute cardiovascolare dei bambini e adolescenti esposti. Lo studio, che ha visto la collaborazione tra Sapienza Università di Roma, Irccs Neuromed di Pozzilli e Mediterranea Cardiocentro di Napoli, ha preso in esame tre gruppi di bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e 18 anni, divisi in base all’esposizione al fumo che potevano avere in famiglia: non esposti ad alcun tipo di fumo, esposti a fumo tradizionale, esposti a fumo di tabacco riscaldato. Una serie di esami, eseguiti su prelievi ematici e prove strumentali, ha quindi misurato lo stress ossidativo, la funzione endoteliale (un indicatore chiave della salute dei vasi sanguigni) e l’attivazione delle piastrine (un fattore di rischio per la formazione di trombi).

“Il dato più importante emerso dalla nostra ricerca – dicono gli autori, Lorenzo Loffredo e Anna Maria Zicari, Sapienza Università di Roma, e Roberto Carnevale, Sapienza Università di Roma e Irccs Neuromed – è che non ci sono differenze significative tra fumo di sigaretta tradizionale e fumo da tabacco riscaldato. In entrambi i casi, i bambini e gli adolescenti esaminati presentavano, rispetto a quelli non esposti ad alcun tipo di fumo, un più elevato stress ossidativo, una maggiore attivazione piastrinica e una alterazione della funzione endoteliale e quindi un maggior rischio cardiovascolare.

Questi risultati – continuano gli autori – mostrano che anche le sigarette di nuova generazione, universalmente considerate meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali, possano configurarsi come un potenziale pericolo per la salute di chi è a fianco dei fumatori, soprattutto i più giovani. L’obiettivo finale deve quindi rimanere quello della incentivazione alla cessazione della pratica tabagica in tutte le sue forme e i suoi surrogati compresa una tolleranza zero verso il fumo passivo, di qualsivoglia tipologia”

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