Soldati russi muoiono avvelenati da dolci e liquori offerti dagli ucraini: militari di Mosca a corto di razioni
Soldati russi incauti o affamati a corto di razioni? Affamati al punto da accettare focacce e liquori offerti dagli ucraini a cui avevano distrutto la casa a colpi di missili e granate? Peccato, per loro, che quei dolci e quegli alcolici siano poi risultati avvelenati. Risultato: due soldati russi sono morti ed altri 28 gravemente intossicati sono finiti in ospedale nell’area assediata di Kharkiv. Lo riporta lo stesso ministero della difesa ucraino forse per incoraggiare questa forma di resistenza che richiede tuttavia una forte collaborazione degli invasori. I due, militari del terzo reggimento motorizzato di fucilieri, avrebbero accettato alcune focacce tipo i sochniki, mezzelune alla ricotta e alla panna acida, rivelatesi letali, mentre i 28 intossicati, tutti ricoverati in terapia intensiva, avrebbero mangiato altri dolci anch’essi contenenti sostanze velenose.
L’episodio segue la notizia dei giorni scorsi secondo cui oltre 500 soldati russi nella città di Izium, tra Kharkiv e Donetsk, conosciuta come “il gioiello del Mar Nero”, sono finiti in ospedale per aver bevuto dell’alcol contenente veleno offerto loro dai civili.
Ma come possono i soldati russi essere così imprudenti da accettare cibo da parte di persone che non dovrebbero essere mosse dai migliori sentimenti nei loro confronti? Forse perché restati privi di cibo per colpa di falle nelle catena logistica dell’esercito di Mosca apparsa assai fallimentare in più occasioni? In ogni modo i sochniki sono dolcetti molto noti e apprezzati anche in Russia.
Va detto che, almeno nel caso di Izium, ci troviamo a ridosso di zone in cui sono presenti molti ucraini russofoni: siamo poco più a nord di Donetsk, capoluogo dell’autoproclamata Repubblica Popolare riconosciuta solo dalla Russia. Quei soldati potrebbero avere pensato di essere considerati “liberatori” dagli abitanti così prodighi di doni per rinforzare il rancio.
Soldati russi senza rancio
Epperò in tutti manuali distribuiti ai soldati schierati in altre nazioni, soprattutto nazioni invase, viene raccomandato di non fidarsi in alcun modo dei “locali”.
Nei primi giorni dell’invasione aveva fatto notizia l’anziana ucraina che aveva offerta una torta allo zinco a soldati russi facendone fuori otto, notizia tuttavia poi finita nel vortice della possibili fake news.
Il comando russo, una volta registrato l’ennesimo smacco, ha diramato ordini a tutti i reggimenti per metterli in guardia. Il problema è che i soldati russi oltre agli ordini gradirebbero un servizio di cambusa adeguato. Già nelle settimane scorse non si contano i casi di saccheggi nelle dispense e nei negozi di alimentari degli ucraini, per non dire delle razzie nei pollai. Un modo di fare non proprio marziale.