METAVERSO E INCLUSIONE SOCIALE PERSONE DISABILI: OPPORTUNITÀ E LIMITI

Il Metaverso è una realtà in cui le disparità fisiche e relazionali cessano di esistere?

Il cielo non è in una stanza e i rapporti umani sono per natura complicati fatti di emozioni e chimica tra le persone.

La pandemia ha costretto tutti ad allontanarsi fisicamente, ma, al tempo stesso, le ha avvicinate notevolmente grazie alla tecnologia.

Se, da una parte, infatti, la paura del Covid-19 ha aumentato le distanze, non solo fisiche, ma anche a livello di opportunità, creando così nuove disuguaglianze, dall’altra la spinta verso la transizione digitale e l’innovazione tecnologica ha contribuito a chiudere tali gap e a creare nuove occasioni di vicinanza e di inclusione.

Grazie agli sviluppi tecnologici, oggi le persone con disabilità possono conoscere nuove frontiere dell’inclusione?

Ciò attraverso la progettazione e la creazione non solo di nuovi strumenti e ausili all’avanguardia – carrozzine elettriche, tecnologie Wi-Fi per le trasmissioni di dati tramite fasci di luce utili per persone sorde e ipovedenti, guanti capaci di tradurre il linguaggio dei segni in testo su PC ma anche di nuovi spazi e dimensioni in cui le disparità fisiche reali cessano di esistere.

Primo tra questi, il Metaverso. Oggetto di curiosità ma anche di forte scetticismo.

Di chi lo considera come un mondo parallelo, capace di “risucchiare” le persone che vi accederanno, rendendole completamente avulse dalla vita reale, e di chi, invece, guarda a questa nuova dimensione come occasione di rinascita e di rivincita su un mondo nel quale le disuguaglianze – di genere, mentali, e fisiche – sono ancora accentuate, traducendosi così in opportunità per determinate persone, e in limitazioni per altre.

Ma in cosa consiste questo Metaverso?

Il termine, coniato da Neal Stephenson nel libro “Snow Crash” del 1992 per descrivere una realtà virtuale condivisa attraverso internet, indica un universo parallelo alla realtà terrena e concreta cui le persone potranno accedere tramite specifiche piattaforme e l’uso di visori 3D.

Nel Metaverso, gli utenti potranno creare avatar realistici, rappresentativi della propria persona, incontrare altri utenti– anche presenti in altre parti del mondo – creare oggetti o proprietà virtuali, visitare città, andare a concerti, partecipare a conferenze di lavoro, fare sport e tanto altro.

Molte delle attività, quindi, potranno essere svolte stando seduti sulla poltrona di casa, senza l’impiego di particolari capacità fisiche, giovando così soprattutto a quelle persone con disabilità motoria, ma anche cognitiva e sensoriale.

Questo nuovo universo parallelo non conoscerà distinzioni né disuguaglianze, e in esso gli utenti disabili “potranno tutto”.

Ma è davvero così ed è una vita pienamente vissuta quella virtuale?

Le persone con disabilità motoria saranno in grado di viaggiare, andare al cinema o a teatro, uscire con gli amici in modo agevole, rapido, senza dover fare i conti con limitazioni infrastrutturali, e fare attività sportiva come persone “abili”.

Le persone non vedenti e sorde, con disabilità sensoriale potranno, le prime, “vedere” attraverso particolari fasci di luce e toccare oggetti grazie ai guanti tecnologici, le seconde, “sentire” collegando i propri apparecchi acustici all’ambiente virtuale stesso ed essere facilitati nello svolgimento di attività grazie anche all’esperienza visiva.

Le persone con disabilità avranno così nuovi stimoli ed interessi che andranno oltre le capacità fisiche, abbattendo limitazioni e disuguaglianze.

In un mondo, quello del Metaverso le parole d’ordine sono pari opportunità ed inclusione.

Non mancano però i dubbi a riguardo: la creazione di un nuovo mondo in cui tutto è possibile accentuerà il divario di opportunità e capacità ancora esistente nel mondo reale?

Davvero tutto è possibile o le persone si troveranno escluse dal mondo reale e la società non si farà carico del rimuovere le barriere al vivere comune?

Le persone con disabilità si sentiranno “abili” o, una volta “offline” dal Metaverso, si sentiranno ancora più “dis-abili”?

Il Metaverso appiattirà le diversità e ci renderà tutti avatar senza più unicità?

Anche nel sentire è avvilente dover sperare nella creazione di una nuova realtà fittizia per vedere abbattute le barriere e le disuguaglianze che ancora persistono nella società reale.

Non confondiamo opportunità con sostituzione.

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