Ok dell’Ue alla seconda tranche del Pnrr da 21 miliardi, al via la prima cabina di regia del Governo Meloni

Il via libera arriva dopo la valutazione positiva della Commissione a settembre

Via libera della Commissione europea all’erogazione della seconda tranche da 21 miliardi del Pnrr italiano.

Iniziano quindi i lavori della cabina di regia, convocata per la prima volta da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi con tutti i ministri coinvolti nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni in rappresentanza delle amministratori locali.

Alla riunione partecipano, in videocollegamento, anche Antonio De Caro, presidente dell’Anci e Michele de Pascale in rappresentanza delle Province.

La premier. nel corso della cabina di regia, avrebbe definito il Pnrr “la sfida più grande del governo e dell’Italia”. “Non possiamo permetterci di non spenderle nei tempi previsti e dobbiamo farlo nel miglior modo possibile – avrebbe aggiunto Giorgia Meloni – Il precedente governo ha convocato la cabina di regia solo due volte, noi intendiamo immaginare una convocazione cadenzata. Riteniamo opportuno che questo organismo sia convocato periodicamente per monitorare costantemente lo stato di attuazione del Pnrr.

È un’ occasione per l’Italia e non va sprecata: ogni euro va speso bene e deve essere utile per sostenere la crescita economica, lo sviluppo e l’ammodernamento della nazione”. Soddisfazione anche da parte del ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti: “Con la seconda rata – ricorda Giorgetti – sono disponibili 10 miliardi di euro di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti per l’Italia. È la dimostrazione concreta che abbiamo fatto tutti i passaggi necessari per raggiungere questo step e continueremo a vigilare ed agire con la stessa determinazione e serietà fino al raggiungimento dell’obiettivo finale”.

L’esborso fa seguito alla richiesta dell’Italia avanzata alla fine del giugno scorso e alla valutazione positiva alla richiesta di pagamento comunicata dalla Commissione lo scorso 27 settembre. “Con l’anticipo e il primo pagamento siamo a 67 miliardi, la metà del totale erogato da NextGeneration – scrive, in un tweet, il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni – .Per l’Italia la grande sfida continua” e dovrà prevedere “riforme e investimenti per l’ambiente l’innovazione e il sociale”.

Per ottenere la seconda tranche l’Italia ha dovuto completare 44 ‘milestones’ (obiettivi qualitativi) e 1 target (obiettivo quantitativo). La tabella di marcia, completata con successo, prevedeva tra le riforme principali quella della pubblica amministrazione, dell’istruzione e dell’economia circolare, mentre tra gli investimenti ci sono quelli sulla banda ultra-larga e il 5G, R&D, l’inclusione sociale e l’assistenza sanitaria territoriale. Molte riforme, come quella della P.A. e dell’istruzione, richiederanno altri passaggi da completare entro il prossimo anno. L’attuazione del piano, secondo quanto si apprende, è finora andata molto bene, soprattutto considerando la considerevole dimensione del Pnrr italiano rispetto a quello degli altri Paesi. Si tratta di un piano ambizioso che, secondo gli addetti ai lavori, richiede un’attenzione costante sia da parte delle autorità italiane che di quelle europee. Tanto che Bruxelles invierà una missione a Roma, per fare il punto della situazione, a inizio dicembre. Anche per capire come attuare la parte di investimenti relativi a Repower EU.

Per ottenere la terza tranche da 19 miliardi di euro, entro fine anno l’Italia dovrà completare 39 milestones e 16 targets. Tra le riforme principali attese entro il 2022 c’è l’approvazione della legge annuale sulla concorrenza e la riforma dei servizi pubblici locali, quella della giustizia e del mercato del lavoro. Come investimenti invece bisognerà andare avanti sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione, sui trasporti sostenibili, le smart grids e l’efficienza energetica. Nel primo semestre del 2023 invece bisognerà lavorare per ottenere la quarta tranche da 16 miliardi, raggiungendo 20 milestones e 7 targets. Come prima cosa bisognerà completare l’attuazione della riforma della giustizia civile e penale, il codice per gli appalti e la riforma del pubblico impiego.

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