La Russia “non c’entra” con il missile caduto in Polonia

Erdogan parla “errore tecnico”, Biden ammette che è “improbabile” che sia stato sparato dalle forze di Mosca. Notte di tensione al G20 di Bali trasformato in un vertice d’emergenza sulla guerra. La Francia: “Massima cautela”. Meloni: “Fortissima apprensione e preoccupazione”

Joe Biden ha definito “improbabile” l’ipotesi che il missile che ha colpito la Polonia e ucciso due persone sia stato lanciato dalla Russia. Il presidente degli Stati Uniti lo ha detto e ribadito, rispondendo alle domande dei giornalisti, dopo il vertice straordinario con i leader del G7 e gli alleati della Nato a margine del summit del G20 in corso a Bali, in Indonesia.

“Le prime informazioni smontano quell’ipotesi – ha spiegato ai reporter che chiedevano dettagli – io non voglio dirlo fino a che l’indagine non è completata. è improbabile, vedendo la traiettoria, che sia stato sparato dalla Russia”.

Il tracciamento del missile e l’indagine

Biden ha fornito questa interpretazione, che ha sorpreso i reporter, probabilmente sulla base delle informazioni che gli sono arrivate durante i colloqui telefonici intercorsi con il presidente polacco Andrzej Duda e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Il missile che è esploso in Polonia, uccidendo due persone, secondo una fonte citata dalla Cnn era stato tracciato da un aereo della Nato impegnato in una missione di pattugliamento del cielo polacco.

La posizione di Biden coincide con quella già espressa dal presidente polacco, che aveva parlato di “nessuna prova evidente” del lancio da parte dei russi, anche se i resti di un missile dimostrano che si tratta di un razzo di fabbricazione russa.

Anche la Francia ha invitato alla “massima cautela”, perché “molti Paesi hanno lo stesso tipo di armi, quindi l’identificazione del tipo di missile non identificherà necessariamente chi c’è dietro”, ha detto un funzionario della presidenza francese, avvertendo dei “rischi significativi di escalation”.

Mosca fin da subito aveva negato il proprio coinvolgimento, accusando l’Ucraina di propaganda. Tra le ipotesi, quella di un missile arrivato in Polonia dopo essere stato intercettato e colpito dagli ucraini. Un’indagine approfondita e veloce è necessaria, prima che la situazione prende una piega drammatica.

Nato e G7, “pieno sostegno a Polonia e Ucraina”

I membri Nato e i Paesi del G7 hanno garantito “pieno sostegno alla Polonia” e dichiarato di “restare in stretto contatto per decidere i passi appropriati da intraprendere mentre l’indagine sull’esplosione andrà avanti”.

Un’indagine “approfondita” è stata chiesta anche dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che ieri aveva incontrato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, a margine del G20.

“È assolutamente necessario – ha detto il vice portavoce dell’Onu, Farhan Hag – evitare un’escalation della guerra in Ucraina”. Biden, che aveva riunito poco prima in via d’emergenza una serie di leader, tra cui Giorgia Meloni (che ha espresso “fortissima apprensione e preoccupazione” e ha avuto un colloquio telefonico con il premier polacco Morawiecki), il presidente francese Emmanuel Macron, il premier britannico Rishi Sunak e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha promesso “pieno sostegno all’indagine della Polonia”, ma è possibile che abbia informato i leader sugli elementi ricevuti dall’intelligence. “Mi assicurerò – ha aggiunto – che si capisca esattamente che cosa è successo. A quel punto decideremo tutti insieme quali passi intraprendere. C’era totale unanimità tra gli amici presenti al tavolo”.

Summit degli alleati con il Pentagono

Il capo della Casa Bianca, che quattro ore prima aveva avuto colloqui telefonici con il presidente polacco e con il segretario generale della Nato, aveva già condannato in precedenza la Russia per l’escalation del conflitto con l’Ucraina.

Il presidente americano non ha voluto dire se con gli alleati è stato affrontato il tema dell’articolo 5 del Trattato della Nato, quello che stabilisce il principio secondo cui “l’attacco a un membro deve essere considerato un attacco a tutti” quelli che fanno parte del Trattato. L’ultima volta che era stato invocato l’articolo 5 era stato dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 agli Stati Uniti.

Nelle prossime ore il Pentagono ospiterà un summit virtuale con i membri del Gruppo di contatto della Difesa, formato dai Paesi che hanno garantito l’appoggio all’Ucraina. Intanto il capo dello stato maggiore congiunto delle forze militari americane, il generale Mark Milley, ha parlato con il suo omologo ucraino, generale Valery Zaluzhny.

I contatti saranno frenetici anche nelle prossime ore. È possibile che già in giornata arrivi una versione ufficiale di quanto accaduto in Polonia.

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