
Grazie ad intercettazioni che qualcuno vorrebbe censurare, ieri attraverso il Fatto Quotidiano abbiamo letto che per Gianni Mion, amministratore delegato di Edizione, finanziaria dei Benetton: “Il Morandi aveva un problema di progettazione. Quando abbiamo comprato la società Autostrade abbiamo detto che ci stava bene così come stava. Siccome lo sapevamo che c’era quella cosa ed è stata ampiamente discussa e presentata in molte occasioni, bisognava semplicemente, come nostra responsabilità, dire: ‘Ragazzi, rifacciamo sto ponte’”.
Continuava ancora Mion: “Certo che lo sapevamo, è stata fatta una riunione, una induction alla presenza di tutti i consiglieri d’amministrazione di Atlantia, gli amministratori delegati, il direttore generale, il management, e hanno spiegato che quel ponte lì aveva una difficoltà di progettazione (…)”.
Durissimi i giudizi dello storico manager sui Benetton:
“Adesso loro hanno individuato l’inettitudine della famiglia Benetton, però la famiglia Benetton nella sua stupidità può dire: mi sono fidata di Castellucci, di Tomasi, ma anche dei controlli che dovevano esserci. Siccome stiamo parlando di una rete vecchissima, che ha mediamente più di sessant’anni, praticamente è da rifare tutto”.
Come è andata a finire ormai è noto: non c’è stata nessuna revoca della concessione da parte del Governo, lo stesso Governo ha liquidato Atlantia, la holding controllata dai Benetton, con oltre 8 miliardi di euro e, attraverso la Cassa depositi e prestiti, si è ricomprato Autostrade per l’Italia, accollandosi debiti e cause legali.
Alla fine si è trovato a chi far pagare quel prezzo: alla collettività che paga le tasse, a tutti indistintamente ed a nessuno in particolare.