GENOVA: I PROBLEMI DEL PONTE MORANDI E LA FARSA DELLA REVOCA DELLE CONCESSIONI SULLA PELLE DEI 43 MORTI

Grazie ad intercettazioni che qualcuno vorrebbe censurare, ieri attraverso il Fatto Quotidiano abbiamo letto che per Gianni Mion, amministratore delegato di Edizione, finanziaria dei Benetton: “Il Morandi aveva un problema di progettazione. Quando abbiamo comprato la società Autostrade abbiamo detto che ci stava bene così come stava. Siccome lo sapevamo che c’era quella cosa ed è stata ampiamente discussa e presentata in molte occasioni, bisognava semplicemente, come nostra responsabilità, dire: ‘Ragazzi, rifacciamo sto ponte’”.

Continuava ancora Mion: “Certo che lo sapevamo, è stata fatta una riunione, una induction alla presenza di tutti i consiglieri d’amministrazione di Atlantia, gli amministratori delegati, il direttore generale, il management, e hanno spiegato che quel ponte lì aveva una difficoltà di progettazione (…)”.

Durissimi i giudizi dello storico manager sui Benetton:
“Adesso loro hanno individuato l’inettitudine della famiglia Benetton, però la famiglia Benetton nella sua stupidità può dire: mi sono fidata di Castellucci, di Tomasi, ma anche dei controlli che dovevano esserci. Siccome stiamo parlando di una rete vecchissima, che ha mediamente più di sessant’anni, praticamente è da rifare tutto”.

Come è andata a finire ormai è noto: non c’è stata nessuna revoca della concessione da parte del Governo, lo stesso Governo ha liquidato Atlantia, la holding controllata dai Benetton, con oltre 8 miliardi di euro e, attraverso la Cassa depositi e prestiti, si è ricomprato Autostrade per l’Italia, accollandosi debiti e cause legali.

Alla fine si è trovato a chi far pagare quel prezzo: alla collettività che paga le tasse, a tutti indistintamente ed a nessuno in particolare.

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